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L’installazione degli apparecchi di tipo B, negli impianti a gas ad uso domestico

Gli apparecchi come ad esempio le caldaie e gli scaldacqua che utilizzano l’aria comburente presente nel locale di installazione e che evacuano i prodotti della combustione all’esterno del locale stesso attraverso un collegamento ad un camino, canna fumaria, condotto intubato o ad un terminale esterno, sono denominati “Apparecchi di Tipo B”.

Questi apparecchi sono anche comunemente individuati come apparecchi “a camera aperta” e si suddividono ulteriormente in base al tipo di funzionamento, cioè a “tiraggio naturale” e a “tiraggio forzato”, perché nel primo caso all’interno dell’apparecchio non sono presenti dispositivi che forniscono una prevalenza ai fumi che fuoriescono all’esterno solo grazie alla forza del tiraggio sviluppato dal camino, mentre nel secondo caso all’interno dell’apparecchio è presente un ventilatore che fornisce una parte della forza necessaria.

A causa del fatto che la camera di combustione è aperta nell’ambiente di installazione e che gli apparecchi consumano l’ossigeno presente nell’aria dell’abitazione, una cattiva installazione e gestione degli apparecchi di Tipo B può esporre gli occupanti dei locali di installazione al rischio di intossicazione da CO.

Come per tutte le tipologie di apparecchi a gas è necessario rispettare le istruzioni per l’installazione, l’uso e la manutenzione previste dal fabbricante degli apparecchi, e le norme di installazione specifiche (UNI 7129-2015), che prevedono che il locale di installazione degli apparecchi di tipo B deve essere aerato o aerabile e ventilato, inoltre deve essere presente un sistema di scarico dei fumi collegato all’apparecchio con scarico all’esterno dell’edificio.

Non è possibile installare apparecchi di tipo B:

  • nelle camere da letto
  • nei locali dove sono presenti generatori di calore alimentati a biomassa legnosa e nei locali direttamente comunicanti con essi;
  • nei locali ad uso bagno;
  • nei gabinetti;
  • nei locali dove è presente un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC);
  • nei locali con pericolo di incendio;
  • nei locali dove possono essere presenti atmosfere pericolose;
  • nei locali comuni degli edifici condominiali che costituiscono una via di fuga.

Nei gabinetti, cioè nei locali dove è presente un WC o un orinatoio ed eventualmente un lavabo e/o un bidet, è possibile sostituire un apparecchio di tipo B esistente originariamente collegato a una canna fumaria collettiva ramificata, quando non è possibile sostituirlo con un apparecchio di tipo C a causa dell’impossibilità ad eseguire questa modifica. In questi casi l’installatore deve prestare grande attenzione alle condizioni di installazione perché è probabile che il volume del locale non sia particolarmente elevato e il funzionamento del generatore possa rapidamente portare ad una carenza di ossigeno nell’ambiente d’installazione, per evitare il problema in questi casi la norma prevede che il valore dell’apertura di ventilazione sia maggiorato del 50% rispetto al valore calcolato e che il valore della sezione netta non deve sia minore di 200cm2.
E’ inoltre necessario assicurarsi che le condizioni di funzionalità o idoneità della canna fumaria siano verificate utilizzando i metodi di prova previsti dalla UNI 10845, in particolare il tiraggio deve risultare idoneo (nelle condizioni di prova previste dalla UNI 10845 è considerato idoneo un tiraggio maggiore di 3 Pa con una temperatura esterna di riferimento di 20° C); inoltre durante la prova di funzionamento dell’apparecchio non devono essere presenti riflussi di prodotti della combustione in ambiente nelle condizioni di normale funzionamento. Particolarmente critiche sono le installazioni in presenza di estrattori meccanici dell’aria che possono ostacolare la corretta evacuazione dei fumi e la presenza di apparecchi a biomassa all’interno della stessa unità immobiliare, in questi casi occorre applicare scrupolosamente le norme tecniche UNI 7129 per tutte le nuove installazioni e la UNI 10738 per verificare le condizioni di idoneità all’uso degli impianti in esercizio.

Come detto per garantire al sicurezza dell’installazione è essenziale garantire il corretto afflusso di aria (ossigeno) comburente all’apparecchio, il modo più semplice per assicurare ciò consiste nel realizzare delle aperture nelle pareti che mettano direttamente in comunicazione il locale di installazione e l’ambiente esterno (ventilazione diretta). La sezione di ventilazione e, riferita ai soli apparecchi di tipo B, vale 6cm2 per ogni kW di potenza termica del generatore ed ha un valor minimo di 100cm2.

La ventilazione diretta può essere ottenuta anche con canali che possono collegare l’esterno con il locale di installazione, in questi casi la sezione del canale deve essere almeno 1,5 volte quella dell’apertura di ventilazione praticata sulle pareti.

La ventilazione di un locale di installazione può essere ottenuta anche in modo indiretto, cioè attraverso un locale intermedio chiamato locale per l’aria comburente.

L’apertura di ventilazione può essere posizionata a qualsiasi quota rispetto al pavimento, ma quando l’apparecchio è alimentato a GPL, se l’apertura è posta entro 300mm dal pavimento può smaltire all’esterno le eventuali fughe di gas.

Il locale di installazione oltre ad essere ventilato deve anche essere aerato o aerabile, cioè è dotato di aperture aperte o apribili verso l’esterno, queste aperture hanno lo scopo di scare all’esterno una eventuale miscela pericolosa è necessario realizzare delle aperture di permanente di aerazione aventi le caratteristiche già illustrate in precedenza.

Gli apparecchi di tipo B non possono essere installati in presenza di sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC).

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