Le cucine degli appartamenti di città sono altamente inquinate e mettono a rischio la salute di chi ci abita Starsene chiusi nella propria casetta può dare l’idea di essere protetti e al riparo dagli agenti esterni – in particolare l’inquinamento. Invece, come suggerisce uno studio britannico, la propria casa e nella fattispecie la cucina, è uno dei posti più inquinati che c’è.
Come suggerito da numerosi studi ormai, l’inquinamento cosiddetto “indoor” (ossia dentro casa) è spesso paragonabile, se non addirittura peggiore di quello che troviamo all’esterno. E, l’inquinamento dell’aria – e non solo – è altresì risaputo causare diversi disturbi e malattie.
Per rendersi conto di quanto potesse essere inquinata la cucina di un tipico appartamento di città, i ricercatori della Sheffield University (Uk) hanno confrontato tre appartamenti: due di città e uno di campagna.
I tre appartamenti analizzati dalla professoressa Vida Sharifi e colleghi erano situati rispettivamente nel centro cittadino di Sheffield, in una strada trafficata e sopra un esercizio commerciale e, infine, a Hathersage un villaggio a 10 miglia da Sheffield.
La casa indipendente del villaggio, a differenza dei due appartamenti di città che utilizzavano cucine a gas, usava una cucina elettrica.
Per lo studio, pubblicato sul Journal of Indoor and Built Environment, gli scienziati hanno prelevato campioni di qualità dell’aria all’esterno e all’interno delle abitazioni per un periodo di quattro settimane.
Dalle analisi si è scoperto che nel caso della casa di campagna i livelli di inquinamento da monossido di carbonio e altre sostanze altamente tossiche erano molto bassi – soltanto poche tracce. Al contrario, nelle cucine degli appartamenti di città erano molto più elevati, soprattutto una volta che i forni a gas sono stati accesi. Le cucine a gas erano anche una significativa fonte di biossido di azoto, con concentrazioni trovate nella cucina dell’appartamento situato nel centro città di tre volte superiori a quelle registrate nella casa rurale. I livelli di sostanze tossiche, che comprendevano anche alte concentrazioni di deodoranti e prodotti per la pulizia, negli appartamenti di città superavano di buona misura i livelli massimi previsti dall’UK Indoor Air Quality Guidance.
Lo studio si è poi focalizzato sui possibili rischi che possono correre le persone con problemi respiratori o cardiovascolari e gli anziani, dovuti agli agenti inquinanti.
Tra le sostanze prese in considerazione c’erano i composti organici volatili e particelle solide sufficientemente piccole da penetrare nei polmoni. Anche in questo caso, i livelli di particelle presenti nelle due cucine degli appartamenti in città erano al di sopra del livelli fissati dal Governo come obiettivo da raggiungere per la qualità dell’aria, sia esterna che interna.
«Spendiamo il 90 percento del nostro tempo e lavoriamo sodo per rendere le nostre case calde, sicure e confortevoli, ma raramente pensiamo agli agenti inquinanti che potremmo respirare dentro – commenta Sharifi – L’energia è solo una fonte di inquinamento indoor, ma è significativo. E il rendere le nostre case più ermetiche per ridurre i costi di riscaldamento, che le rende suscettibili all’essere esposte a più alti livelli di inquinamento indoor, con potenziali impatti sulla nostra salute».
I ricercatori fanno infine notare che le nostre attenzioni sono sempre rivolte a ciò che respiriamo fuori di casa, ma dimentichiamo ciò che respiriamo in casa. Abbiamo invece necessità di comprendere di più su cosa respiriamo dentro le nostre abitazioni e in che misura questo ha un impatto sulla nostra salute.
fonte:progetto gas